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Libertà, corpo, mercato: dialogo con Valentina Pazé

Sabato 24 giugno, a Bergamo, la libreria Incrocio Quarenghi ha ospitato la presentazione del libro Libertà in vendita – Il corpo fra scelta e mercato, di Valentina Pazé. Docente universitaria di Filosofia politica, Valentina ha dialogato con Chiara Parolin, avvocata, esperta in Diritto di famiglia e migrazione e co-presidente del Network europeo ENOMW, e Nica Mammì, giornalista e docente, referente dell’Associazione IROKO. 

Prostituzione, maternità surrogata e uso del velo sono i grandi temi attorno a cui ruotano le riflessioni dell’autrice, in relazione all’espressione della libertà e all’uso del corpo delle donne. 

I corpi, in particolare quelli delle donne, continuano ad essere territori contesi, frontiere politiche, continuamente soggetti a limitazioni legislative e culturali, ma soprattutto alle leggi del mercato, dove per libertà si intende unicamente quella individuale, da preservare a tutti i costi, anche quando entra in contrasto con l’utilità collettiva.
Da una parte si celebra la libertà come valore supremo, eppure dall’altra si tende alla mercificazione del corpo. 

Quale libertà, dunque, sui corpi delle donne?

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Presentazione del libro Libertà in vendita

Libertà in vendita, il 24 giugno a Bergamo
Il 24 giugno abbiamo il piacere di presentare il libro Libertà in vendita – Il corpo fra scelta e mercato, di Valentina Pazé, edito da Bollati Boringhieri (2023).

Il saggio sarà presentato presso la libreria Incrocio Quarenghi di Bergamo, in collaborazione con l’Associazione IROKO con mediazione di Chiara Parolin, sabato 24 giugno alle 17.30.

Prostituzione, maternità surrogata e uso del velo nell’Islam: che cosa li accomuna? Questo è l’interrogativo da cui parte la professoressa Pazé, docente di Filosofia politica presso l’Università di Torino, prendendo in prestito dalla filosofia, da Platone a Kant, le categorie per inquadrare il tema così sfuggente della libertà.

Tutti e tre i temi proposti presentano come principale oggetto di analisi il corpo delle donne: strumento di autodeterminazione e libertà o semplicemente merce all’interno di un mercato neoliberista? L’intimità sessuale e riproduttiva può essere messa in vendita? Se sì, siamo in grado di preservare davvero la nostra intima libertà? Basta un contratto?

L’iniziativa sarà un’importante occasione di confronto su temi complessi quanto attuali.

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Anatomia di un suicidio – per Adelina Sejdini

Ricordare Adelina, per tutte noi, non è semplice. C’è come un blocco dettato da un pudore, misto a dolore, per la perdita di una donna che, forse, non abbiamo saputo aiutare fino in fondo. 
Una donna che le istituzioni italiane hanno dimenticato. 
Chiedeva la cittadinanza italiana, dopo oltre venti anni di vita in Italia, una parte della quale vissuta disgraziatamente nella prostituzione, dopo che era stata rapita in Albania, violentata e trafficata nel nostro paese. E dopo che aveva coraggiosamente denunciato e fatto arrestare i suoi sfruttatori.
Non ha ottenuto la cittadinanza, stava vivendo un lungo e difficile periodo per la sua salute, quando nel novembre 2021 si è suicidata a Roma. 

In questa vicenda siamo tutti responsabili.
Per questo una riflessione è doverosa da parte di tutti.
Maddalena Celano, studiosa, docente, femminista abolizionista e nostra cara compagna di lotta, ha da poco pubblicato il libro ANATOMIA DI UN SUICIDIO – Adelina Sejdini una voce per le donne, scritto a quattro mani con Mario Gianfrate, storico, scrittore e già docente, ed edito da Porto Seguro
Con questo saggio gli  autori contribuiscono a rimettere insieme i tasselli della vita di Adelina, ci aiutano a riflettere sul valore della sua vita, non solo da un punto di vista morale, ma anche per il suo significato politico e civile: la lotta alla tratta era diventata la sua ragione di vita, come pure la richiesta di essere riconosciuta come cittadina italiana. 

Vogliamo ringraziare Maddalena per aver speso il suo tempo e le sue energie a raccogliere queste preziose riflessioni. 
A marzo si è tenuta a Roma un’anteprima della presentazione del libro, organizzata dalla casa editrice, ma ci auguriamo di poter presto partecipare e di poter organizzare incontri di promozione del lavoro e della storia di Adelina.
Ringraziamo di cuore anche la nostra presidente Esohe Aghatise e la cara amica e nostra collaboratrice Chiara Parolin, avvocata e attivista per le donne, per aver donato il loro contributo di riflessione al saggio. 

In basso un breve trailer di presentazione del libro.

 

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DICK PICS 101: RICONOSCERE IL CAZZO

DICK PICS 101: commento sull’articolo Please Acknowledge the Dick’: Inside a catfishing factory scritto da Yağmur Uygarkızı

RICONOSCERE IL CAZZO
-> se un cliente condivide una sua foto, fategli un complimento
-> se menzionano le loro dimensioni in centimetri, dite qualcosa di positivo
– > se lo tirano in ballo, incoraggiateli a mostrarvelo.
La cosa peggiore che si possa fare è ignorare il dick pic*
IL NOSTRO MESTIERE È FORNIRE INTRATTENIMENTO E FANTASIE”.

Un giornalista è andato sotto copertura in un’azienda di sex-chat. Cosa ha scoperto? Quello che le femministe sapevano già.

Per più di un dollaro a messaggio, gli uomini possono avere conversazioni a carattere sessuale con quelle che credono essere vere donne. Gli operatori, con sede in qualsiasi parte del mondo, dallo Zimbabwe alle Filippine, vengono pagati “0,06 dollari per messaggio”. Una donna ha riferito che: “Dovevo lavorare così tanto, tipo 10 ore al giorno, solo per guadagnare una cifra decente. Per questo ho smesso. È un buon part-time, ma non si può dipendere da questo”.
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Italia e America Latina in dialogo sulla violenza contro le donne

Di Yoselina Guevara L.

Sabato 26 novembre si è svolto a Torino l’incontro “Verso una direzione condivisa: Italia e America Latina in dialogo sulla violenza contro le donne”, organizzato dall’Associazione IROKO, in cui rappresentanti parlamentari e diplomatici italiani e latinoamericani, accademici ed esperti hanno commemorato insieme la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. L’evento è stato sostenuto dall’associazione YWCA Italia, dall’associazione culturale Per un Principe Enano e patrocinato dalla Confederazione degli Italiani nel Mondo (CIM), dall’Associazione per l’Italia nel Mondo (AIM) e dal Coordinamento Nazionale dei Cubani residenti in Italia (CONACI). L’incontro è iniziato con le parole della direttrice e fondatrice dall’Associazione Iroko, Esohe Aghatise, un’importante attivista per i diritti delle donne che ha ricevuto importanti riconoscimenti per il suo lavoro internazionale contro la tratta di esseri umani e come difensore dei diritti umani.
Le donne cubane, l’altra metà della rivoluzione
In questo contesto, la scrittrice, docente e attivista italiana Maddalena Celano ha presentato il suo libro “Le donne cubane: l’altra metà della rivoluzione” (CTL, Libeccio, Livorno, 2020), offrendo una sintesi delle conquiste delle donne nel corso della rivoluzione cubana e dei processi di cambiamento che hanno accompagnato le lotte sociali e culturali, soprattutto negli ultimi anni, pur subendo un crudele blocco da parte degli Stati Uniti.
L’accademica e ricercatrice Celano ha sottolineato che molte persone non conoscono il contributo fondamentale delle donne cubane alla rivoluzione cubana, al di là di Fidel Castro e Che Guevara. Sia nel famoso attacco alla Caserma Moncada del 1953, che precedette la Rivoluzione, sia nel movimento guerrigliero della Sierra Maestra, vi fu una grande partecipazione di donne combattenti, come Vilma Espín, María Antonia Figueroa, Asela de los Santos e altre. Ha anche illustrato, dettagliatamente, il sistema di corruttela mafiosa che ha caratterizzato la Cuba dei regimi di Machado e di Batista, e fondato su “mazzette” e casini, e casinò gestiti dalla mafia italo-americana, infine rovesciato dalla Rivoluzione cubana.
Maddalena Celano ha citato lo storico discorso del 1° gennaio 1959, in cui il Comandante Fidel Castro definì la discriminazione subita dalle donne nella società cubana come una delle questioni rivoluzionarie che richiedevano “più tenacia, fermezza, costanza e sforzo”. Celano ha sottolineato che da questo approccio è iniziato un percorso che ha portato le donne cubane a superare abbastanza rapidamente sfide cruciali, anche grazie a punti di partenza già avanzati.
Ha inoltre sottolineato la fondazione nel 1960 della Federazione delle Donne Cubane (FMC), sintesi di circa 800 associazioni femminili preesistenti e strutturata come una vera e propria organizzazione di massa con l’obiettivo di difendere le idee rivoluzionarie e i diritti delle donne cubane. Tra i successi legislativi della Federazione vi sono la legge che ha depenalizzato l’aborto (la prima in America Latina, nel 1965) e la legge che ha inserito il reato di discriminazione di genere nel codice penale (articolo 295), che ha aperto alle donne le porte di tutte le cariche pubbliche e di tutte le gerarchie delle forze armate. Celano ha anche fatto riferimento al lavoro del governo cubano per sradicare la prostituzione sull’isola di Cuba e ha messo a disposizione una serie di documenti ufficiali che lo sanciscono.

Violenza politica contro le donne
All’incontro ha partecipato l’Ambasciatrice dello Stato Plurinazionale della Bolivia in Italia, Sonia Brito, che ha tenuto una dissertazione sulle forme di violenza contro le donne, nascoste e permesse dal sistema, compresa la violenza a sfondo politico, che è stata sovrastata dalla narrazione globale che dà priorità alla violenza domestica. La diplomatica ha spiegato brevemente le ragioni per cui la Giornata internazionale della donna viene commemorata in onore delle sorelle Mirabal: Minerva (34 anni), Patria (36 anni) e María Teresa (25 anni) della Repubblica Dominicana, ricordando la loro lotta nella resistenza contro il regime di Rafael Leonidas Trujillo, che assassinò le tre sorelle nel 1960 e i cui corpi furono ritrovati il 25 novembre. Le sorelle Mirabal erano soprannominate “Las Mariposas”, le tre furono costantemente assediate per le loro opinioni e azioni politiche, venendo imprigionate più volte e dovendo affrontare con coraggio le vessazioni del dittatore Trujillo. L’ambasciatrice Sonia Brito ha anche fatto una breve disamina delle violenze subite dalle donne, alcune delle quali funzionari pubblici, durante il recente colpo di Stato (2019) in Bolivia, che paradossalmente è stato guidato da una donna, Jeanine Añez, attualmente sotto processo.
La violenza contro le donne, i loro corpi, le loro menti e la loro integrità
All’evento ha partecipato la senatrice italiana Alessandra Maiorino, che ha iniziato il suo intervento citando il caso del vile omicidio di tre donne a Roma, due delle quali asiatiche e una colombiana, che si prostituivano nelle loro case. La parlamentare ha parlato del fenomeno della prostituzione, sottolineando che crimini come quelli commessi a Roma dimostrano la necessità che l’Italia approvi il disegno di legge (DDL) da lei proposto, che stabilisce la modifica della Legge Merlin del 1958 in un’ottica neo-abolizionista: i punti chiave del suo DDL sono, infatti, la criminalizzazione del cliente, considerato uno dei principali responsabili che alimenta la prostituzione acquisendo il corpo della donna con piena consapevolezza, e la necessità di percorsi di reinserimento sociale delle persone prostituite, come già previsto da Lina Merlin nella Legge 75/1958.
Per la senatrice Maiorino, gli uomini chiamati “clienti” sono acquirenti, sono perfettamente consapevoli che le donne che “usano” sono lì contro la loro volontà, vittime di traffico di esseri umani, schiavitù, ricatto o altre forme di coercizione diretta o indiretta. Tali uomini sono perfettamente consapevoli che le donne sono persone “fragili”, che la società finge di non vedere, che il sistema anti-tratta non raggiunge, esposte a rischi di ogni tipo, costrette a entrare continuamente in intimità con estranei. Il “vero punto focale” è “la responsabilità dell’acquirente” del sesso, spiega Maiorino, secondo cui “Paesi come la Svezia, in primis, ma seguiti da Norvegia, Islanda, le due Irlanda, Francia e presto Spagna, hanno adottato il “modello nordico” (o “paritario”), che consiste proprio nel colpire il primo responsabile della catena infinita di abusi che ricade sulle donne: il cliente, l’uomo che fa il pagamento per sesso”.
Hanno partecipato in questo incontro in collegamento online la deputata colombiana Ilduara Barliza Brito, parlamentare e rappresentante della comunità Wayúu in Colombia; Otto L. Medero Ungo e Yana Rosa, dell’ICAP (Instituto Cubano de Amistad con Los Pueblos) di Pinar del Río, Cuba; Ibis Albisa, responsabile per l’Europa dell’ICAP (Instituto Cubano de Amistad con Los Pueblos) dell’Avana, Cuba; Barbara Iadevaia, responsabile per Cuba dell’AIM (Associazione Italiani nel Mondo) e del CIM (Comitati Italiani nel Mondo); Olga Lidia Priel Herrera, Presidente dell’Associazione Culturale Para un Principe Enano di Jesi (Italia).


Yoselina Guevara López: venezuelana, giornalista, analista politica, articolista in diversi media internazionali, il cui lavoro è stato tradotto in inglese, italiano, greco e svedese. Vincitrice del Premio Nazionale di Giornalismo Simón Bolívar 2022 (Venezuela), menzione speciale Opinione; Premio Nazionale di Giornalismo Aníbal Nazoa 2021 (Venezuela); ed il I Concorso di Memoria Storica 2022 Comandante Feliciano (El Salvador).

Video Ambasciatrice della Bolivia in Italia Sonia Brito, mandato in onda durante l’evento del 26 Novembre

Qui il video dell’incontro del 26 novembre a Torino con gli interventi dei relatori:

 

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Herbertstraße: la tradizione nazista e misogina promossa e amata dal “progressismo” arcobaleno

Pubblichiamo un interessante contributo inviatoci da Maddalena Celano, giornalista e studiosa di America Latina, sulla sua ‘visita – non visita‘ al quartiere a luci rosse di Amburgo.

Il giorno 23 luglio 2022, nel pomeriggio, ho visitato Reeperbahn, la zona a luci rosse di Amburgo. Reeperbahn è la famosissima strada di Amburgo situata nel quartiere di St. Pauli, lo storico quartiere popolare ed operaio di Amburgo, in passato abitato prevalentemente da lavoratori portuali. Reeperbahn è il centro del quartiere a luci rosse e dunque della vita notturna più “trasgressiva” della città.


La “zona a luci rosse” è composta da una strada chiusa, la Herbertstraße, severamente interdetta e proibita a donne e minorenni, in cui si trovano esposte in vetrina, come pezzi di carne dal macellaio, le donne in stato di prostituzione.
La Herbertstraße, con le donne esposte in vetrina, è blindata. Herbertstraße è una strada chiusa tra due enormi e pesanti cancelli rossi, in metallo, in cui è possibile entrare soltanto attraverso una porticina laterale, su cui al massimo ci si può affacciare (se si è una donna), stando attente a non farsi scoprire. 
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Prostituzione: l’Italia è pronta per il modello nordico?

Venerdì 17 giugno una delegazione dell’associazione IROKO ha partecipato con estremo interesse al convegno Prostituzione: l’Italia è pronta per il Modello Nordico?, promosso dalla senatrice Alessandra Maiorino, impegnata da anni nella battaglia politica contro la prostituzione.
Al convegno, che si è tenuto presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, erano presenti esponenti di diverse aree politiche e vari rappresentanti del terzo settore, a nome di associazioni impegnate da tempo nel contrasto alla tratta e alla prostituzione e nella tutela delle persone, soprattutto donne, coinvolte nello sfruttamento sessuale. 

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Donne, Migrazione e Salute mentale: quali sfide?

Quali sono le sfide poste dalla tutela della salute mentale delle donne migranti? Quali gli insegnamenti che ne possiamo trarre?
A tali domande ha cercato di rispondere il convegno organizzato dalle associazioni IROKO, presieduta da Esohe Aghatise, e AURA – che opera nell’area di Bassano del Grappa ed è guidata da Chiara Parolin – in occasione della pubblicazione del rapporto “Salute e Benessere Mentale delle Donne Migranti” della Rete Europea delle Donne Migranti (European Network of Migrant Women – ENOMW).
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Prostituzione e tratta: l’efficacia del modello nordico

I Diritti Umani sono i diritti inalienabili dell’essere umano, che devono essere riconosciuti ad ogni persona per il solo fatto di appartenere al genere umano, a prescindere dalle origini, dal genere, dalle appartenenze o luoghi ove la persona stessa si trova.
I Diritti Umani sono infatti l’insieme dei diritti fondamentali dell’essere umano. Eppure vi sono persone al mondo che ancora non si vedono riconosciuti tali diritti.

Adelina e le altre

Una tra queste è Alma Sejdini, per tutte Adelina, vittima di tratta e successivamente vittima anche dello Stato italiano, che non le ha riconosciuto la cittadinanza italiana, sebbene vivesse in Italia da molti anni.

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Leggi e responsabilità dello Stato: dialogo con Mickey Meji e Sigma Huda

Il ciclo di webinar “Smontare il sex work”, organizzato dall’Associazione Iroko Onlus ogni giovedì, ha visto come ospiti nel penultimo di sette incontri Mickey Meji, sopravvissuta, attivista e fondatrice del SESP Survivor Empowerment & Support Programme, e Sigma Huda, avvocata presso la Corte Suprema del Bangladesh, ex relatrice speciale sulla tratta, in particolare di donne e bambini, per le Nazioni Unite. 

In merito alla tratta a scopo sessuale, Sigma ricorda che gli ordinamenti legislativi a livello nazionale si rifanno a tre modelli, adottati per contrastare/regolare il fenomeno della prostituzione: 

  1. il modello proibizionista
  2. il modello regolamentarista 
  3. il modello abolizionista 

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