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Herbertstraße: la tradizione nazista e misogina promossa e amata dal “progressismo” arcobaleno

Pubblichiamo un interessante contributo inviatoci da Maddalena Celano, giornalista e studiosa di America Latina, sulla sua ‘visita – non visita‘ al quartiere a luci rosse di Amburgo.

Il giorno 23 luglio 2022, nel pomeriggio, ho visitato Reeperbahn, la zona a luci rosse di Amburgo. Reeperbahn è la famosissima strada di Amburgo situata nel quartiere di St. Pauli, lo storico quartiere popolare ed operaio di Amburgo, in passato abitato prevalentemente da lavoratori portuali. Reeperbahn è il centro del quartiere a luci rosse e dunque della vita notturna più “trasgressiva” della città.


La “zona a luci rosse” è composta da una strada chiusa, la Herbertstraße, severamente interdetta e proibita a donne e minorenni, in cui si trovano esposte in vetrina, come pezzi di carne dal macellaio, le donne in stato di prostituzione.
La Herbertstraße, con le donne esposte in vetrina, è blindata. Herbertstraße è una strada chiusa tra due enormi e pesanti cancelli rossi, in metallo, in cui è possibile entrare soltanto attraverso una porticina laterale, su cui al massimo ci si può affacciare (se si è una donna), stando attente a non farsi scoprire. 
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Smontare il ‘sex work’ #5 Il ruolo del compratore

Partecipa di nuovo questo giovedì e segui Melissa Farley, psicologa, autrice, attivista, fondatrice di Prostitution Research & Education, e Rachel Moran, autrice di Stupro a Pagamento, direttrice, attivista femminista, fondatrice di SPACE International e sopravvissuta alla prostituzione, in conversazione con la nostra Esohe Aghatise. 

Dialogo su:

  • Responsabilità individuale del compratore nella domanda di sesso
  • Approccio del compratore come ostacolo all’uguaglianza
  • Spostare l’attenzione dalle donne agli uomini: cambiare mentalità

Previsto spazio D&R per i partecipanti

Ti aspettiamo alle 18 CET/ 12 EDT su Zoom (disponibile traduzione simultanea in italiano) o su Facebook Live della nostra pagina (solo in inglese)

https://zoom.us/webinar/register/WN_ADrU6NnUS-6GrlbeHT-D7A 

#SmontareIlSexWork

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I libri consigliati da Rachel Moran

Nella sua intervista a Radical Girlsss, in occasione della Giornata Europea contro la Tratta 2020, a Rachel Moran, il cui libro Stupro a pagamento. La verità sulla prostituzione (nella traduzione italiana) è per noi una lettura che dovrebbero fare tutti, è stato chiesto quale consiglio darebbe alle giovani donne oggi. Lei ha parlato delle sfide attuali poste dai social media e del modo in cui le giovani sono costantemente bombardate da immagini e messaggi sulla sessualità, e anche dell’importanza di difenderci attraverso l’informazione e dell’esempio delle femministe che ci hanno preceduto.

“Noi, tutte noi – giovani e donne più mature come me – dobbiamo rispettare le nostre sorelle maggiori, ed è una cosa che non facciamo abbastanza spesso. Perché ci sono donne che ci hanno preceduto, che hanno scritto testi estremamente importanti e, onestamente, se li avessi letti – non sono certa quando The Idea of Prostitution di Sheila Jeffreys sia effettivamente stato pubblicato, penso negli anni Novanta – , ma posso dirti che se lo avessi letto prima di entrare in prostituzione, non mi sarei neanche avvicinata alla prostituzione. Sai, espone molto chiaramente le dinamiche di ciò che la prostituzione comporta

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‘Stupro a pagamento’ a Torino: Rachel Moran e la violenza della prostituzione

Rachel Moran ha impiegato dieci anni a scrivere il suo libro ‘Stupro a pagamento – La verità sulla prostituzione’, che racconta non solo i suoi sette anni in prostituzione, ma è un’analisi molto profonda del fenomeno della prostituzione, dove l’intreccio tra le discriminazioni sociali, sessuali e di razza è molto fitto ed evidentemente a danno delle persone, in gran parte donne, più vulnerabili ed emarginate. Da questa riflessione è nata l’idea di scrivere il libro, che è diventato, insieme al suo attivismo, uno strumento politico nella lotta alla prostituzione.

‘Non esistono dati così netti e sconfortanti come quelli relativi alla situazione canadese, – racconta Moran – ‘dove il 56% delle donne prostituite sono indigene, ma solo il 6% della popolazione è indigena, quindi solo il 3% della popolazione totale è rappresentata da donne indigene. Perciò, parliamo di più della metà delle persone prostituite provenienti dal solo 3% della società. Non si può non vedere in questi dati quanto è diffuso il razzismo nella prostituzione nelle società multietniche. Una mia amica, che gestisce un centro in Minnesota, da anni si occupa di ragazze giovani, che sono per circa il 70% afro-americane, in uno stato in cui solo il 10% della popolazione è afro-americano’.

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