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Smontare il ‘sex work’: dialoghi intorno alla prostituzione Maggio/Giugno 2021

Siamo molto felici di aver dato inizio al ciclo di incontri online intitolati Smontare il ‘sex work’ : dialoghi intorno alla prostituzione!
La scorsa settimana si è tenuto l’incontro #1 aperto da Esohe Aghatise, che ha dialogato con Gail Dines, autrice di Pornland e fondatrice e presidente di Culture Reframed, su pornografia e prostituzione.
Qui è disponibile la registrazione dell’evento.

Segui gli aggiornamenti sulla nostra pagina Facebook per conoscere gli ospiti internazionali dei prossimi incontri.

Gli eventi si terranno ogni giovedì alle 18 CET/ 12 EDT/17 GB fino al 1 luglio. Puoi partecipare su Zoom iscrivendoti a questo link (disponibile traduzione italiana) o seguire l’evento su Facebook Live!

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I libri consigliati da Rachel Moran

Nella sua intervista a Radical Girlsss, in occasione della Giornata Europea contro la Tratta 2020, a Rachel Moran, il cui libro Stupro a pagamento. La verità sulla prostituzione (nella traduzione italiana) è per noi una lettura che dovrebbero fare tutti, è stato chiesto quale consiglio darebbe alle giovani donne oggi. Lei ha parlato delle sfide attuali poste dai social media e del modo in cui le giovani sono costantemente bombardate da immagini e messaggi sulla sessualità, e anche dell’importanza di difenderci attraverso l’informazione e dell’esempio delle femministe che ci hanno preceduto.

“Noi, tutte noi – giovani e donne più mature come me – dobbiamo rispettare le nostre sorelle maggiori, ed è una cosa che non facciamo abbastanza spesso. Perché ci sono donne che ci hanno preceduto, che hanno scritto testi estremamente importanti e, onestamente, se li avessi letti – non sono certa quando The Idea of Prostitution di Sheila Jeffreys sia effettivamente stato pubblicato, penso negli anni Novanta – , ma posso dirti che se lo avessi letto prima di entrare in prostituzione, non mi sarei neanche avvicinata alla prostituzione. Sai, espone molto chiaramente le dinamiche di ciò che la prostituzione comporta

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Rosso Indelebile: l’arte contro la violenza di genere

“L’arte è un modo di guardare il mondo”. Questo è il motto che ha guidato i curatori della rassegna ‘Rosso Indelebile’, contenitore artistico itinerante organizzato a Torino dal 23 novembre al 7 dicembre scorsi dalle associazioni Artemixia ed Eikòn, per celebrare la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, che cade ogni anno il 25 novembre.
Rosso Indelebile, nato dall’idea dell’artista e curatrice Rosalba Castelli, è un progetto artistico fatto di conferenze divulgative, una collettiva di arte contemporanea, incontri con le scuole, laboratori sulla prevenzione della violenza di genere, performance di musica, danza, teatro, reading, fotografia e videomaking, con lo scopo di denunciare la violenza di genere, raccontarla, anche attraverso le testimonianze, dare voce a chi la vive e a chi assiste a forme di violenza, dai bambini alle donne ai trans; incoraggiare chi è vittima a denunciare e a credere di poter superare il senso di vergogna e l’offesa subita.
Esistono tante forme di violenza, e nessuno, nessuna, ne è davvero esente nel corso della vita: nessuno, quindi, si senta solo nella ricerca di un percorso di uscita.

Come Iroko, siamo state invitate all’anteprima della rassegna, lo scorso 23 novembre, tra gli ospiti del convegno, parte dell’evento #25novembresceglitu, organizzato in collaborazione con M.A.I.S. Ong.

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Dalla Legge Merlin al Modello Abolizionista

La legge n. 75 del 1958, che porta il nome della senatrice Lina Merlin, ha compiuto i suoi 61 anni. La legge, come sappiamo, ha abolito le ‘case chiuse’ – 560 al momento dell’approvazione della legge -, vale a dire la regolamentazione della prostituzione da parte dello Stato; ha abolito la schedatura delle donne prostituite, liberandole di uno stigma profondo e ingombrante e offrendo loro un’opportunità di riscatto, affrancandosi dalla prostituzione. In sostanza, è una legge che mira ad evitare il più possibile che qualsiasi donna sia obbligata, indotta o incoraggiata a entrare o permanere nella prostituzione.

Questa legge, pioniera delle più recenti leggi abolizioniste approvate in diversi paesi del mondo, è il nostro punto di partenza sulle riflessioni, culturali e politiche, intorno alla prostituzione.

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Convegno su Industria del sesso e tratta, Maggio 2018

“Ogni paese nel mondo ha problemi con la prostituzione e tutti dicono che vogliono mettere le persone, le donne, tutte le persone coinvolte come sfruttate nella prostituzione – che include anche bambine e bambini ,uomini – li vogliono mettere al sicuro. Il problema è che però in prostituzione nessuno è sicuro, possiamo solamente fare riduzione del danno. Ma non basta fare riduzione del danno, perché ad esempio nel caso dei bambini abusati o donne che sono state stuprate non parliamo di riduzione del danno, vogliamo mettere fine a tutto questo. Il problema è che quando si dice l’unica cosa che possiamo fare è mettere fine alla prostituzione molta gente ride e dice: “Non si può mettere fine alla prostituzione”. E allora se gli chiedi: “Si può mettere fine alla povertà?”. “Sì, si può mettere fine alla povertà”. “Dobbiamo cercare di mettere seriamente fine, non ridurre il danno rispetto agli abusi sessuali sui minori?” “Naturalmente sì”. Oppure “Dobbiamo mettere fine al razzismo?” Sì.” “E la prostituzione?” No, sulla prostituzione no, eppure non possiamo pensare che gli uomini siano nati con questo bisogno innato di avere rapporti sessuali senza controllo e con donne non consenzienti. Questa cosa lo sappiamo che è una questione di socializzazione ed è il patriarcato, è ovvio che questo non è un bisogno innato degli uomini di fare sesso con una donna che non vorrebbe essere con lui, però c’è una propaganda che diffonde miti e funziona così: se uno va in giro e continua a dire che questa cosa è inevitabile, che la regolamentazione è l’unica soluzione possibile, la gente lo assorbe e finisce per crederci. E devo dire che se io sento ancora una volta parlare della prostituzione come la più vecchia professione del mondo posso fare dei danni, mi fa molto arrabbiare. Perché non lo è, naturalmente non è una professione. I bambini vengono abusati da sempre, però non siamo disposti a dire che questo è inevitabile e naturale e quindi lo dobbiamo accettare o regolamentare”.

Julie Bindel, Convegno su industria del sesso e tratta, Maggio 2018

Per il suo intervento completo e per accedere agli atti del convegno clicca qui.

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Il doppio filo che lega tratta e industria del sesso: riflessioni dal convegno

Siamo stati molto onorati, come associazione Iroko, di aver accolto Rachel Moran, Ingeborg Kraus, Blessing Okoedion e Julie Bindel come ospiti della nostra Conferenza Internazionale sull’industria del sesso e sulla tratta di persone, che abbiamo organizzato lo scorso 27 e 28 maggio a Roma, insieme con Resistenza Femminista, UDI Napoli,  Salute Donna e Differenza Donna.

Non siamo nuovi a questi temi, ma l’abilità di queste oratrici di infondere passione e ispirarci all’azione riesce sempre a sorprenderci. Riteniamo non si debba sottovalutare il potere di un oratore ben informato, empatico ed eloquente. E ci riteniamo fortunate ad avere avuto l’opportunità di veder rappresentate diverse prospettive – dalle sopravvissute alla prostituzione e alla tratta, ad esperti in trauma ad autori di respiro internazionale – che offrono una immagine completa di tale dannosa industria.

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