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I vantaggi dell’api-cultura

I vantaggi dell’api-cultura: lavorare con le api e sperimentare l’integrazione

Se vogliamo dare un nome alla nostra attività di quest’anno, possiamo dire che il 2019 per noi è l’anno delle api.
Abbiamo cominciato a conoscere il complesso mondo degli alveari e delle api a partire dallo scorso febbraio, grazie al felice incontro con l’agronomo e apicoltore Davide Lobue, che ha introdotto alcuni nostri utenti, in punta di piedi, alla conoscenza delle api.
Da febbraio, infatti, per circa dieci lezioni, un gruppo selezionato di persone, in maggioranza donne, quasi tutti provenienti dalla Nigeria, hanno partecipato ad un mini-corso teorico sull’apicoltura, con qualche lezione tenuta in apiario, per entrare davvero in contatto con le api. Tra reazioni di paura, curiosità e sorpresa, è stato per tutti un percorso positivo, di incontro e conoscenza, un viaggio nel mondo delle api, simile in parte a quello condotto da ciascuno di loro per arrivare in Italia. Tra loro, infatti,  alcuni sono richiedenti asilo, altri residenti con permesso di soggiorno UE di lungo periodo e altri con permesso di soggiorno per lavoro.

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Quale futuro per l’accoglienza in Italia?

locandina_Iroko-Xenia_30112018Il ddl 840/2018, meglio conosciuto come decreto-legge su immigrazione e sicurezza, è diventato legge, dopo l’approvazione alla Camera.
Come associazione che si occupa di persone in condizioni di svantaggio economico e sociale, di donne vittime di violenza, e anche di accoglienza – seppur di ‘terzo livello’, cioè rivolta a chi vive in Italia da alcuni anni e che sosteniamo nel lungo processo di integrazione  – , ci siamo sentiti chiamati a informarci riguardo a questa che potremmo definire, per una serie di ragioni, un’anomalia legislativa.
Lo abbiamo fatto organizzando un incontro pubblico informativo e formativo, in collaborazione con l’impresa sociale Xenia, che da due anni accoglie richiedenti asilo e con la quale condividiamo i nostri spazi di lavoro.
L’incontro si è tenuto venerdì 30 novembre, ad appena tre giorni dalla conversione in legge del decreto dello scorso 27 novembre, e con noi c’erano le avvocate Barbara Cattelan ed Enrica Origlia, socie ASGI, e l’assessora regionale alle Pari Opportunità e all’Immigrazione Monica Cerutti, con l’intento di informare operatori dell’accoglienza e cittadini sulla nuova legge in materia di immigrazione e sicurezza, ma anche di affiancare a ciò un punto di vista politico sulla questione, che potesse prendere le distanze da un pensiero che non si può altro che definire razzista e che denota una profonda crisi di valori, politica e sociale.

Uno dei punti più controversi definiti dal decreto legge è sicuramente l’abrogazione della protezione per motivi umanitari. Riconosciuta nel Testo Unico sull’Immigrazione, anche la Corte di Cassazione si era espressa a suo favore, indicandola tra i tre tipi di protezione internazionale.
Riportiamo quanto scritto da Annalisa Camilli su Internazionale, a proposito di dati: ‘Nel 2017 in Italia sono state presentate 130mila domande di protezione internazionale: il 52 per cento delle richieste è stato respinto, nel 25 per cento dei casi è stata concessa la protezione umanitaria, all’8 per cento delle persone è stato riconosciuto lo status di rifugiato, un altro 8 per cento ha ottenuto la protezione sussidiaria, il restante 7 per cento ha ottenuto altri tipi di protezione’.

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Voci di donne d’Africa

Protagonista dell’educazione dei figli, custode dell’istruzione, del sapere e delle radici familiari, agente del cambiamento: è la donna, in Italia, in Africa e nel mondo.
Molto spesso, però, questi valori non le vengono riconosciuti, gran parte delle società di oggi non propongono ancora modelli alternativi inclusionisti. Leggi Tutto