I media si occupano spesso della crisi di rifugiati e richiedenti asilo. Ma raramente si soffermano sulle sofferenze sopportate dalle donne rifugiate durante il loro viaggio verso la “Terra Promessa: la Fortezza Europa”. Queste donne sono semplicemente invisibili.

Janice G. Raymond, professoressa emerita  di studi di genere e medica etica, femminista, attivista ed ex Co-Direttore di CATW, ha preso parte all’ultima missione sui rifugiati a Catania, con ABL, AML e Iroko, con lo scopo di indagare sulla condizione delle donne nel processo migratorio.

Il Cara di Mineo – centro di accoglienza per rifugiati situato fuori dalla città di Mineo – ospita più persone del previsto ma riesce a garantire i bisogni necessari ai migranti e rifugiati presenti; il campo rappresenta per il Governo italiano un compito gravoso. Molti tra gli ospiti del centro sono donne, la maggior parte delle quali, se non tutte, sono vittime di violenza subita durante il viaggio verso l’Europa.
Esse convivono con altri rifugiati e migranti in attesa dei documenti. Mentre l’Europa continua ad investire sulla sicurezza sui confini, senza preoccuparsi delle condizioni in cui versano queste stesse donne.

L’articolo della professoressa Raymond apre una finestra sulle storie di alcune tra queste donne.

Qui trovate l’articolo completo in inglese.

“With Mount Etna looming in the distance, Catania boasts some of the most beautiful beaches in Italy. In summer, the city draws crowds of tourists, most of whom are unaware that in this season, 2,000 refugees are landing daily on nearby shores. Sixty percent of those arriving in Europe during the first five months of 2016 were…”

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