Tra il 19 e il 22 giugno scorsi Esohe Aghatise, Presidente di Iroko, ha rappresentato l’associazione in visita a Catania, dove ha incontrato la Guardia Costiera impegnata nei quotidiani salvataggi in mare dei migranti in arrivo sulle coste italiane, e il sindaco della città Enzo Bianco.
Iroko, a Catania per la seconda missione – dopo quella svoltasi nel 2015 – che fa il punto sulla crisi dei migranti, sui cambiamenti negli arrivi sulle coste italiane e sullo stato di accoglienza nei campi allestiti in Sicilia, ha incontrato le istituzioni insieme a due organizzazioni inglesi, Society of Black Lawyers e Association of Muslim Lawyers, e all’americana Coalition Against Trafficking in Women (CATW), già presenti nella prima missione, della quale qui potete leggere il rapporto realizzato nel 2015 da SBL e AML.
La missione, per i rappresentanti delle quattro organizzazioni, è cominciata a bordo della Ubaldo Diciotti, nel porto di Catania. Da due anni in prima linea nel soccorso dei migranti nel canale di Sicilia, l’unità d’ altura della Guardia Costiera opera in mare con un equipaggio di sessanta persone sotto la guida del Capitano di Fregata Gianluca D’Agostino.
Protagonista di una delle più grandi emergenze sociali, la Diciotti ha salvato oltre quindici mila vite umane in questo breve tempo di attività, riservando un’attenzione particolare ai bambini con l’allestimento al suo interno di una sala giochi a loro dedicata. L’anima bella del Mare Nostrum, la nave è il simbolo di un legame culturale che unisce i popoli che lo attraversano, un ponte di salvataggio che si oppone ai muri, reali e simbolici che l’Europa sta alzando contro i migranti.
Un’Europa che ha la sua importanza di essere, oggi ancora di più, alla luce dei risultati raggiunti nel Regno Unito con il referendum sulla Brexit.
I referenti delle associazioni sono stati accolti il 20 giugno scorso, proprio alla vigilia del referendum, dal sindaco di Catania Enzo Bianco che, dichiarando solidarietà al Regno Unito, ha sottolineato la necessità di una migliore organizzazione a livello europeo sull’accoglienza migranti. “Di fronte – ha osservato – all’accentuarsi dello spostamento di popolazioni dall’Africa e dal Medio Oriente verso l’Unione Europea, come anche dal sud verso il nord in America, forse una riflessione seria è utile per comprendere il fenomeno. Come capo della delegazione italiana nel Comitato delle Regioni Ue, ho chiesto di essere relatore alla riforma del Trattato di Dublino, che disciplina il diritto di asilo. Fu stipulato in una condizione diversa, legata ai casi di guerra”.
Semplificare le norme e allargare la casistica, per esempio anche ai migranti economici, può essere già un primo passo.
La visita al Cara di Mineo, nei pressi di Siracusa, è stata un’occasione per relazionarsi direttamente con i rifugiati. “Il secondo gruppo più numeroso -spiega Esohe Aghatise – dopo i siriani sono i nigeriani; qui abbiamo parlato con alcune donne nigeriane, che ci hanno raccontato le loro esperienze orrende durante il trasporto e l’attraversamento in mare. Soffrono ogni sorta di violenza e di razzismo. Al centro di accoglienza della Caritas di Catania, invece, abbiamo raccolto diverse esperienze di rifugiati e migranti provenienti dal Sudan e dall’Egitto”.
La missione si è conclusa il 22 giugno scorso a Roma presso la sede centrale della Guardia Costiera, accolta dal Capitano Sandro Gallinelli.
“L’intenzione – conclude Esohe Aghatise- è di spostare la nostra attenzione sulla Grecia, dove saremo durante la nostra prossima missione”.