Il ciclo di webinar “Smontare il sex work”, organizzato dall’Associazione Iroko, ha visto come ospiti nel quarto incontro Ingeborg Kraus, psicologa specializzata in trauma e prostituzione, e Rebecca Mott, sopravvissuta alla prostituzione, scrittrice e attivista abolizionista.
Rebecca proviene da una famiglia di classe medio alta, la madre è una sarta e il padre un editore. I genitori divorziano quando lei ha sei anni e il nuovo compagno della madre abusa sessualmente e mentalmente di lei. Entra nella prostituzione all’età di 14 anni e come lei stessa riporta: “È stata la rabbia a portarmi a ciò, odiavo me stessa. Un’amica, anche lei proveniente da un contesto familiare problematico, mi introdusse in questa sorta di club.” Il club a cui fa riferimento Rebecca è uno di quei locali in cui si “iniziano” le ragazze alla prostituzione e che viene definito come “fuck test”, ossia un esperimento sadico. Gli uomini che frequentano questi club non rivolgono la parola alle ragazze fino a quando, alla sera, le portano in appartamenti per verificare la loro reazione, se piangono o si lamentano. “Ma io non provavo nulla emotivamente e non mi interessava e fu così che mi testarono per sei ore di fila”, riferisce Rebecca.
