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Rosso Indelebile: Liliam Altuntas racconta la tratta e la prostituzione

Per il secondo anno consecutivo, Iroko è stata ospite della rassegna Rosso Indelebile, contenitore artistico itinerante, che si svolge a Torino e che ha come tema centrale la violenza di genere.

Rosso Indelebile da due anni porta l’arte in alcuni luoghi della città, che siano quanto più possibile condivisi e non propriamente deputati all’arte. Il tema della violenza di genere, infatti, è un argomento che fa parte della nostra quotidianità, ‘non può essere chiuso in un auditorium, ma deve uscire per conversare con tutti’, con la società, come ha detto Isabella Bulgheroni, socia dell’Associazione Artemixia, tra gli organizzatori della rassegna, insieme con la ong MAIS. Portare l’arte nelle strade ha lo scopo di condurre le persone a porsi delle domande, e possibilmente a darsi delle risposte, stimolando sia l’individuo che la collettività, provando a leggere la realtà da molteplici punti di vista.

La violenza di genere, in particolare, è un tema caldo, in tutto il mondo una guerra aperta, come l’ha definita Esohe Aghatise, presidente di Iroko. 

Quest’anno, come Iroko, il 29 settembre scorso abbiamo partecipato alla rassegna all’interno di un evento dedicato ai flussi migratori e alla tratta – i cui dettagli trovate qui – portando la testimonianza di una sopravvissuta alla tratta e alla prostituzione, Liliam Altuntas, che ha raccontato la sua storia attraverso il libro a lei dedicato, ‘I girasoli di Liliam’. 

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Chiediamo dignità per le 26 donne morte in mare

La morte delle 26 giovani donne nelle acque del Mediterraneo è una tragedia umana e politica, che ci tocca molto da vicino.
Abbiamo espresso qui il nostro disagio e la nostra indignazione di fronte alle parole espresse dal prefetto di Salerno e ad un atteggiamento politico generale, che fingono di non riconoscere in queste vicende le implicazioni del traffico umano, sempre più legato allo sfruttamento sessuale dei corpi delle donne migranti.

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Cheyenne: una sopravvissuta ospite all’OSCE

L’11 e il 12 ottobre scorsi Cheyenne, giovane attivista e sopravvissuta alla prostituzione, ha portato la sua esperienza di vita di fronte alle delegazioni di diversi Stati, riuniti per confrontarsi sui diritti dei bambini.
OSCE e ODIHR hanno ospitato a Varsavia lo Human Dimension Seminar, dedicato quest’anno allo scambio di buone pratiche e alle sfide da superare nell’ambito della tutela dei diritti dei bambini che vivono situazioni di rischio, dalla tratta alla mancanza di libertà, passando attraverso le strategie di prevenzione del rischio per l’infanzia.
Ventitrè anni, alle spalle una storia di violenza ed abusi, si ritrova timidamente a parlare di fronte alle varie delegazioni delle nazioni presenti, in qualità di giovane donna sopravvissuta alla prostituzione, ma soprattutto, come sottolinea lei stessa, come attivista che porta avanti la causa dei diritti delle donne in Iroko e Resistenza Femminista.
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Un caffé con… Resistenza Femminista (parte I)

Resistenza e donna.

In Italia il connubio tra queste due parole si è rafforzato negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, durante la lotta partigiana, che ha visto protagoniste molte donne, armi in mano, combattenti sui monti al pari degli uomini. È lì che la donna italiana ha simbolicamente raggiunto la parità con l’uomo. Ha dovuto attendere il 1946, però, per acquisire una uguaglianza fattiva attraverso il voto, quando cioè è stata riconosciuta soggetto politico collettivo. E poi la lotta è continuata con l’approvazione delle leggi sul divorzio e sull’aborto.

Anche Resistenza Femminista, partner con cui Iroko condivide un cammino comune sulla visione abolizionista della prostituzione, sostiene che le donne siano innanzitutto un soggetto politico collettivo. Leggi Tutto