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Brussels’ Call: la celebrazione della Risoluzione Honeyball a cinque anni dall’attuazione

Chi tra noi lavora o ha lavorato nel terzo settore, tra le vittime di violenza e i loro oppressori, saprà che l’esperienza è fatta di continui alti e bassi. Venendo quotidianamente a contatto con le ingiustizie che la società continua a permettere – in stragrande maggioranza contro le donne – i momenti negativi sono inevitabili. Ecco perché dobbiamo valorizzare quelli positivi!
Per la nostra collega Ruby, l’opportunità di partecipare alla Conferenza ‘Brussels’ Call’ il 16 ottobre scorso ha rappresentato uno di questi momenti. É estremamente toccante e potente trovarsi in una sala piena di femministe e abolizioniste, essere circondate da donne di successo, determinate e solidali, di tutte le età e provenienti dalle più varie esperienze di vita 

La conferenza, che è parte della campagna Brussels’Call per un’Europa libera dalla prostituzione, si è tenuta al Parlamento Europeo a Bruxelles in occasione del quinto anniversario della Risoluzione europea su sfruttamento sessuale e prostituzione e il suo impatto sull’uguaglianza di genere (meglio conosciuta come Risoluzione Honeyball), che rappresenta un punto di svolta nella lotta all’industria del sesso e alla violenza che ne è insita. La risoluzione riconosce che la prostituzione sia una forma di violenza contro le donne e chiede misure per fermare la domanda che è all’origine dello sfruttamento sessuale.
La conferenza ha esposto e analizzato la realtà della prostituzione in Europa, anche attraverso i contributi di alcune tra le persone direttamente coinvolte e di quelle che ancora lottano per un cambiamento.

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Quale futuro per l’accoglienza in Italia?

locandina_Iroko-Xenia_30112018Il ddl 840/2018, meglio conosciuto come decreto-legge su immigrazione e sicurezza, è diventato legge, dopo l’approvazione alla Camera.
Come associazione che si occupa di persone in condizioni di svantaggio economico e sociale, di donne vittime di violenza, e anche di accoglienza – seppur di ‘terzo livello’, cioè rivolta a chi vive in Italia da alcuni anni e che sosteniamo nel lungo processo di integrazione  – , ci siamo sentiti chiamati a informarci riguardo a questa che potremmo definire, per una serie di ragioni, un’anomalia legislativa.
Lo abbiamo fatto organizzando un incontro pubblico informativo e formativo, in collaborazione con l’impresa sociale Xenia, che da due anni accoglie richiedenti asilo e con la quale condividiamo i nostri spazi di lavoro.
L’incontro si è tenuto venerdì 30 novembre, ad appena tre giorni dalla conversione in legge del decreto dello scorso 27 novembre, e con noi c’erano le avvocate Barbara Cattelan ed Enrica Origlia, socie ASGI, e l’assessora regionale alle Pari Opportunità e all’Immigrazione Monica Cerutti, con l’intento di informare operatori dell’accoglienza e cittadini sulla nuova legge in materia di immigrazione e sicurezza, ma anche di affiancare a ciò un punto di vista politico sulla questione, che potesse prendere le distanze da un pensiero che non si può altro che definire razzista e che denota una profonda crisi di valori, politica e sociale.

Uno dei punti più controversi definiti dal decreto legge è sicuramente l’abrogazione della protezione per motivi umanitari. Riconosciuta nel Testo Unico sull’Immigrazione, anche la Corte di Cassazione si era espressa a suo favore, indicandola tra i tre tipi di protezione internazionale.
Riportiamo quanto scritto da Annalisa Camilli su Internazionale, a proposito di dati: ‘Nel 2017 in Italia sono state presentate 130mila domande di protezione internazionale: il 52 per cento delle richieste è stato respinto, nel 25 per cento dei casi è stata concessa la protezione umanitaria, all’8 per cento delle persone è stato riconosciuto lo status di rifugiato, un altro 8 per cento ha ottenuto la protezione sussidiaria, il restante 7 per cento ha ottenuto altri tipi di protezione’.

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Donne ieri e oggi: il lungo cammino verso l’emancipazione

Donne ieri, donne oggi.
Che cosa è cambiato dal 1946 ad oggi?
Nel 1946 si aprì per le donne italiane il percorso di partecipazione attiva alla vita politica. Dalla cabina elettorale fino ad oggi i passi sono stati molti, importanti e a settanta anni dalla grande conquista del voto è opportuno fare una riflessione sui diritti della donna nella società attuale.
È stato questo il pensiero che ha mosso la Rete per l’ accoglienza al femminile di Parma ad organizzare il convegno Donne ieri e oggi, a cui anche noi abbiamo preso parte.

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Fermata Catania: la seconda missione sui migranti in Sicilia

Tra il 19 e il 22 giugno scorsi Esohe Aghatise, Presidente di Iroko, ha rappresentato l’associazione in visita a Catania, dove ha incontrato la Guardia Costiera impegnata nei quotidiani salvataggi in mare dei migranti in arrivo sulle coste italiane, e il sindaco della città Enzo Bianco.
Iroko, a Catania per la seconda missione – dopo quella svoltasi nel 2015 – che fa il punto sulla crisi dei migranti, sui cambiamenti negli arrivi sulle coste italiane e sullo stato di accoglienza nei campi allestiti in Sicilia, ha incontrato le istituzioni insieme a due organizzazioni inglesi, Society of Black Lawyers e Association of Muslim Lawyers, e all’americana Coalition Against Trafficking in Women (CATW), già presenti nella prima missione, della quale qui potete leggere il rapporto realizzato nel 2015 da SBL e AML.
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Che genere? Donna, migrante e vittima di violenza

La femminilizzazione crescente dei flussi migratori mondiali è un fenomeno che interessa da alcuni anni anche l’Italia. Sono infatti le donne, provenienti da Paesi più poveri, a farsi sempre più spesso carico del ruolo di breadwinner, un tempo riservato agli uomini, allˈinterno delle loro famiglie; sono loro che, con l’aumento della precarietà del lavoro, diventano la speranza inserendosi in gran parte nella rete di assistenza familiare in Paesi dove il welfare è ancora solido.
È una scelta radicale quella della migrazione, spesso disperata, che pone su un Paese come l’Italia grandi aspettative, investito del ruolo di paese di diritto.
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Voci di donne d’Africa

Protagonista dell’educazione dei figli, custode dell’istruzione, del sapere e delle radici familiari, agente del cambiamento: è la donna, in Italia, in Africa e nel mondo.
Molto spesso, però, questi valori non le vengono riconosciuti, gran parte delle società di oggi non propongono ancora modelli alternativi inclusionisti. Leggi Tutto