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Libertà, corpo, mercato: dialogo con Valentina Pazé

Sabato 24 giugno, a Bergamo, la libreria Incrocio Quarenghi ha ospitato la presentazione del libro Libertà in vendita – Il corpo fra scelta e mercato, di Valentina Pazé. Docente universitaria di Filosofia politica, Valentina ha dialogato con Chiara Parolin, avvocata, esperta in Diritto di famiglia e migrazione e co-presidente del Network europeo ENOMW, e Nica Mammì, giornalista e docente, referente dell’Associazione IROKO. 

Prostituzione, maternità surrogata e uso del velo sono i grandi temi attorno a cui ruotano le riflessioni dell’autrice, in relazione all’espressione della libertà e all’uso del corpo delle donne. 

I corpi, in particolare quelli delle donne, continuano ad essere territori contesi, frontiere politiche, continuamente soggetti a limitazioni legislative e culturali, ma soprattutto alle leggi del mercato, dove per libertà si intende unicamente quella individuale, da preservare a tutti i costi, anche quando entra in contrasto con l’utilità collettiva.
Da una parte si celebra la libertà come valore supremo, eppure dall’altra si tende alla mercificazione del corpo. 

Quale libertà, dunque, sui corpi delle donne?

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Aborto in Europa: diritto pienamente acquisito o instancabile lotta?

Aborto in Europa: diritto pienamente acquisito o instancabile lotta? 
Dichiarazione di ENOMW per la Giornata Internazionale sull’Aborto Sicuro
Bruxelles, 28 Settembre 2020
Traduzione italiana a cura dell’Associazione IROKO

“Mai dimenticare che basta una crisi perché i diritti delle donne siano minacciati. Tali diritti non sono mai garantiti. È necessario essere vigili per tutta la vita”

Con la crisi generata dal COVID-19, questa citazione della femminista francese Simone de Beauvoir si dimostra ancora una volta un severo richiamo ad una cruda verità. Di fronte a questa emergenza sanitaria senza precedenti, i Paesi europei hanno adottato misure straordinarie quali estese chiusure, restringendo nel frattempo libertà e diritti umani. Le prime vittime? Le donne, dovunque, che sopportano violenze, dal rimanere intrappolate con i loro abusatori (molti Paesi europei hanno riscontrato una crescita di circa il 30% delle chiamate di emergenza che denunciano violenze domestiche) al non poter godere di un proprio diritto, come l’accesso all’aborto sicuro e legale.

In Italia, l’immobilismo del governo ha lasciato donne e ragazze davanti ad ostacoli evitabili nell’accesso ai diritti, mettendo a rischio la loro salute e le loro vite, secondo quanto riferito da Human Rights Watch. Un tale fallimento nel garantire la salute sessuale e riproduttiva delle donne non sorprende: mette solo in luce limitazioni ormai superate di molti Paesi europei e il danno che queste causano a donne e ragazze.

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Femminicidio, Violenza e Discriminazione verso le Donne Nere Africane

Qui leggete la nostra traduzione del comunicato dello European Network of Migrant Women, di cui IROKO è membro.

“This Bridge Called My Back”

Femminicidio, Violenza e Discriminazione verso le Donne Nere Africane

“This Bridge Called My Back” (n.d.r.: antologia che raccoglie scritti di donne nere radicali e pubblicata nel 1981 da Kitchen Table: Women of Color Press, autori Cherrìe Moraga e Gloria Anzaldùa)

Comunicato dello European Network of Migrant Women, Bruxelles, Luglio 2020

Lo European Network of Migrant Women si unisce alle voci delle attiviste che chiedono la fine dell’ingiustizia razziale e della discriminazione. Siamo rattristate e arrabbiate tanto dal dilagante razzismo strutturale quanto dalla mancanza di riconoscimento da parte delle autorità responsabili del suo sradicamento. 

Tra le tante comunità di africani discriminate, le donne continuano a sopportare il peso di questa discriminazione. Le migliaia di donne e ragazze nere scomparse, negli Stati Uniti come in Europa, sono la testimonianza del grave abbandono delle vite delle donne nere. 

È fondamentale che in questa Campagna Globale per la giustizia razziale, le voci delle donne nere non siano ignorate e che la violenza e la discriminazione che subiscono ricevano l’attenzione che queste donne meritano. 

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Prostituzione: un lavoro come un altro?

Quest’articolo – scritto da Valentina Pazé, una professoressa di Filosofia politica all’università di Torino – è stato pubblicato in origine su Volere La Luna il 26/05/2020. Qui trovate anche la nostra traduzione in inglese.

Prostituzione: un lavoro come un altro?

Tra i settori economici che sono stati certamente penalizzati dal lockdown c’è anche il mercato del sesso. Lo ricorda, su il manifesto del 12 maggio, Shendi Veli (https://ilmanifesto.it/lemergenza-umanitaria-del-lavoro-sessuale/) , denunciando l’abbandono in cui sono stati lasciati i e le sex worker (di cui parlerò d’ora in poi al femminile, data la netta prevalenza delle donne nel settore) durante la pandemia. E riproponendo le classiche rivendicazioni dei movimenti per la “decriminalizzazione”: dal riconoscimento della prostituzione come attività lavorativa in piena regola alla legalizzazione delle attività collaterali, come il favoreggiamento, che nel nostro paese è un reato che viene talvolta contestato anche a chi affitta la casa a una prostituta o abita con lei (secondo un’interpretazione peraltro scorretta della legge Merlin, criticata da Silvia Niccolai in AA.VV., Né sesso né lavoro. Politiche sulla prostituzione, Milano 2019, pp. 70-117).

Intervenendo su 27esima ora del 22 maggio (https://27esimaora.corriere.it/20_maggio_22/prostituzione-lavoro-o-sfruttamento-b8170e3c-9bd6-11ea-aab2-c1d41bfb67c5.shtml), Luciana Tavernini mostra l’altra faccia della medaglia: «Chiamare la prostituzione lavoro è un modo per convincere che tutto, perfino l’accesso all’interno del nostro corpo, può e deve essere venduto e al massimo possiamo lottare per alzare il prezzo. È un vecchio trucco cancellare lo sfruttamento col nome di lavoro». E dunque, anziché chiedere di legalizzare le attività di coloro che guadagnano dalla prostituzione altrui, bisognerebbe attuare quella parte della legge Merlin che prevede formazione e inserimento lavorativo per le donne che desiderano cambiare vita. Uscendo da un “giro” in cui la stragrande maggioranza di loro è finita per bisogno, e talvolta per vera e propria costrizione (le straniere vittime della tratta), non certo per scelta.

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Brussels’ Call: la celebrazione della Risoluzione Honeyball a cinque anni dall’attuazione

Chi tra noi lavora o ha lavorato nel terzo settore, tra le vittime di violenza e i loro oppressori, saprà che l’esperienza è fatta di continui alti e bassi. Venendo quotidianamente a contatto con le ingiustizie che la società continua a permettere – in stragrande maggioranza contro le donne – i momenti negativi sono inevitabili. Ecco perché dobbiamo valorizzare quelli positivi!
Per la nostra collega Ruby, l’opportunità di partecipare alla Conferenza ‘Brussels’ Call’ il 16 ottobre scorso ha rappresentato uno di questi momenti. É estremamente toccante e potente trovarsi in una sala piena di femministe e abolizioniste, essere circondate da donne di successo, determinate e solidali, di tutte le età e provenienti dalle più varie esperienze di vita 

La conferenza, che è parte della campagna Brussels’Call per un’Europa libera dalla prostituzione, si è tenuta al Parlamento Europeo a Bruxelles in occasione del quinto anniversario della Risoluzione europea su sfruttamento sessuale e prostituzione e il suo impatto sull’uguaglianza di genere (meglio conosciuta come Risoluzione Honeyball), che rappresenta un punto di svolta nella lotta all’industria del sesso e alla violenza che ne è insita. La risoluzione riconosce che la prostituzione sia una forma di violenza contro le donne e chiede misure per fermare la domanda che è all’origine dello sfruttamento sessuale.
La conferenza ha esposto e analizzato la realtà della prostituzione in Europa, anche attraverso i contributi di alcune tra le persone direttamente coinvolte e di quelle che ancora lottano per un cambiamento.

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Convegno L’industria del sesso e la tratta di esseri umani

Le associazioni IROKO, Resistenza Femminista, Unione Donne Italiane di Napoli, Salute Donna e Differenza Donna, organizzano una Giornata di studi L’industria del sesso e la tratta di esseri umani, che si terrà il 28 maggio 2018 dalle ore 15 alle ore 19 presso la Sala “Aldo Moro” della Camera dei Deputati a Roma che vedrà la partecipazione dell’Onorevole Fabiana Dadone (Movimento 5 Stelle) e del Senatore Edoardo Patriarca (PD).

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New York, CSW61: il nostro punto di vista su tratta, prostituzione e modello nordico

Il 24 marzo 2017 si è conclusa a New York, dopo due settimane di lavori intensi aperti il 13 marzo, la Commission on the Status of Women (CSW), ovvero il principale meeting internazionale di stampo politico-istituzionale dedicato all’analisi annuale della condizione delle donne nel mondo.
Giunta alla sua 61esima edizione, la Commissione, supportata come sempre da UN Women, ha come scopo la promozione dei diritti delle donne, la diffusione dell’uguaglianza di genere e il rafforzamento dell’empowerment femminile, attraverso la costruzione e l’attuazione degli standard globali che favoriscono tali condizioni.
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