COMUNICATO

Grande passo nella lotta alla tratta dalla regione nigeriana di Edo State

L’azione congiunta delle forze di governo, attraverso la task force di cui Iroko è membro, e della più importante autorità religiosa dello Stato di Edo, ha innescato un meccanismo positivo di cambiamento per la regione, da cui proviene buona parte dei nigeriani trafficati verso l’Europa. Stiamo destinando tutte le nostre risorse affinché questo processo continui e rappresenti una opportunità concreta di cambiamento per molti nigeriani e nigeriane.


Il 9 marzo scorso Oba Ewuare II, nel corso di un’affollata cerimonia tenutasi nel palazzo reale a Benin City, ha annullato i giuramenti imposti alle vittime di tratta dai native doctors della regione di Edo State, lanciando una maledizione su qualsiasi persona che crea o collabora con gruppi criminali segreti, di stampo mafioso, costringendo le persone a forme di giuramento: sono infatti, queste, modalità di azione estranee alla società e alla cultura Edo, dalle quali l’Oba ha preso le distanze.

Nella cultura del popolo Edo l’Oba è l’autorità più importante della tradizione popolare, è il re, nonché capo religioso e politico riconosciuto nel contesto locale.
Al trono dal 2016, Ewuare II è l’erede del re che nel XIII secolo fondò il grande Regno del Benin, smembrato definitivamente nella fase della decolonizzazione. La sua influenza oggi si estende oltre i confini di Edo State, fino a toccare le rive del delta del Niger e verso occidente.
Con il rito pubblico tenuto dai native doctors al servizio del re, considerati tra i più potenti del regno, questi hanno annullato qualsiasi costrizione posta su altri uomini e donne.
Il monarca ha, dunque, ufficialmente riconosciuto per la prima volta una connessione tra la tratta di persone e le cerimonie di giuramento a cui si sottopongono molti nigeriani prima di partire: all’interno delle stesse viene infatti suggellato un patto che lega chi lo sottoscrive al pagamento di un ingente debito economico, che si trasforma in un rapporto di schiavitù tra la vittima e la criminalità organizzata, valido dalla Nigeria all’Europa.
Il re ha precisato che questo atto non si pone contro le pratiche tradizionali dei native doctors, ma contro coloro tra questi che utilizzano il juju, il voodoo e strumenti tradizionali simili allo scopo di incoraggiare la tratta.


Il pronunciamento del re sta suscitando un interesse crescente, non solo in Nigeria, ma anche in Italia, dove secondo le stime l’80% delle donne nigeriane nella rete della prostituzione proviene proprio dallo Stato di Edo.
Iroko lavora da anni in Italia nella lotta contro la tratta, attraverso accoglienza, reinserimento lavorativo, mediazione linguistica e culturale, supporto legale e psicologico, in collaborazione con altre organizzazioni locali e nazionali, essendo anche parte del Coordinamento interregionale Antitratta di Piemonte e Valle d’Aosta; collabora da anni con ong internazionali, tra le quali la Coalition Against Trafficking in Women (CATW), la Ong nigeriana Edo Women’s Development Initiative (EWDI), attivi questi, in particolare nella regione di Edo State, contro il traffico di persone, al fianco dell’agenzia governativa NAPTIP.
In linea con tale ininterrotta attività, accogliamo con grande soddisfazione questo importante atto compiuto dall’Oba e desideriamo, quindi, ribadire con maggiore forza il nostro impegno nella lotta alla tratta.
Lavoriamo da anni sul territorio nigeriano al fianco di EWDI e siamo infatti l’unica organizzazione internazionale che, all’interno della task force governativa messa in piedi dal governatore Obaseki, ha il compito di fare da collegamento con enti e organizzazioni internazionali ed europei che si occupano di lotta alla tratta, e di gestire le richieste che giungono da vari paesi di persone che desiderano ritornare nella regione di Edo.
Il Parlamento dello Stato di Edo ha, inoltre, recentemente approvato una legge che proibisce il traffico di persone, riconoscendo ufficialmente il valore e il lavoro condotto dalla task force in questa direzione.
Essa, infatti, da tempo conduce iniziative e incontri informativi a livello locale sul territorio della regione per accrescere la consapevolezza sui rischi della tratta e disincentivare i cittadini ad intraprendere pericolosi viaggi verso l’Europa, ponendosi nelle mani dei trafficanti.
Fin dallo scorso autunno, inoltre, la task force appoggia, avendo chiesto anche il sostegno dell’agenzia delle Nazioni Unite UNDP, il ritorno dei Nigeriani di Edo dalla Libia e dall’Europa, garantendo un supporto di tipo economico e programmi di formazione per favorire l’occupazione di coloro che decidono di ritornare.
Finora oltre 4.000, tra i nigeriani residenti o originari di Edo State, sono stati accolti dal governo della omonima regione e inseriti nei percorsi di sostegno e formazione previsti dalla task force.


L’azione congiunta delle forze di governo e della più importante autorità religiosa dello Stato di Edo ha innescato un meccanismo positivo di cambiamento.
Ci giungono, tramite la task force, centinaia di messaggi da donne e ragazze nigeriane, e riceviamo telefonate da quelle che vivono in Italia, vittime della tratta e della prostituzione, che chiedono maggiori informazioni sulla decisione pubblica del re, che stentano a credere alla notizia appresa e che decidono, a seguito del giuramento spezzato, di liberarsi dai loro sfruttatori. Per alcune di loro non è semplice, altre subiscono ancora forti minacce. Molti di questi casi riguardano donne che, uscendo dalla rete di sfruttamento, non hanno realmente e immediatamente una opportunità di sostenersi e neanche un posto dove andare.
Si rivolgono a noi chiedendo ospitalità, prima di tutto.
Come membri della task force stiamo lavorando per mettere in piedi servizi di accoglienza in Italia come strumenti di primo appoggio per chi, tra gli emigrati dallo Stato di Edo, voglia rientrare in patria.
Iroko si occupa, già da tempo, della ristrutturazione del Casale del Rio, cascina immersa nella campagna del Monferrato, affinché possa ospitare donne vittime di violenza. Chiediamo, perciò, l’aiuto di tutti affinché questo luogo possa presto tornare in uso ed essere messo a disposizione di coloro che, liberati dalla rete criminale della tratta, necessitano di una prima accoglienza e di formazione come opportunità per ritornare a casa.
Infine, ci rivolgiamo alle organizzazioni locali e nazionali che operano in Italia, affinché possano sostenerci e contribuire a rafforzare la rete di collaborazione nella lotta alla tratta, in particolare in un momento delicato come questo.

Qui il comunicato in formato pdf scaricabile.

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