L’11 e il 12 ottobre scorsi Cheyenne, giovane attivista e sopravvissuta alla prostituzione, ha portato la sua esperienza di vita di fronte alle delegazioni di diversi Stati, riuniti per confrontarsi sui diritti dei bambini.
OSCE e ODIHR hanno ospitato a Varsavia lo Human Dimension Seminar, dedicato quest’anno allo scambio di buone pratiche e alle sfide da superare nell’ambito della tutela dei diritti dei bambini che vivono situazioni di rischio, dalla tratta alla mancanza di libertà, passando attraverso le strategie di prevenzione del rischio per l’infanzia.
Ventitrè anni, alle spalle una storia di violenza ed abusi, si ritrova timidamente a parlare di fronte alle varie delegazioni delle nazioni presenti, in qualità di giovane donna sopravvissuta alla prostituzione, ma soprattutto, come sottolinea lei stessa, come attivista che porta avanti la causa dei diritti delle donne in Iroko e Resistenza Femminista.

«Essere una giovane attivista, – sostiene Cheyenne – a mio avviso dà un grande messaggio, quello cioè che i giovani non sono davvero inermi e menefreghisti di fronte alle violenze del mondo, ma anzi, che se stimolati nel giusto verso e resi partecipi attivamente, sanno e vogliono impegnarsi e sono in grado di smuovere metaforicamente le montagne».IMG-0948
Proprio come quella che ha dovuto affrontare durante il suo intervento all’HD Seminar: in un giorno uggioso dell’autunno polacco, in una città sconosciuta, in una sala gremita di rappresentanti di diversi Stati, Cheyenne, sguardo basso e mani tremanti sotto il tavolo, ha dovuto superare la barriera del silenzio e, timidamente ma con voce decisa, ha rotto il ghiaccio raccontando di sé e della sua voglia di portare la sua esperienza in giro per le scuole, per raccontare quanto può essere facile per una ragazza cadere nella rete della prostituzione, quanto si è vulnerabili e come si ricostruisce la stima e la consapevolezza di sé, gli unici strumenti che permettono di fare i primi passi verso l’uscita da tali condizioni.
«Essere un giovane in questa società è davvero spaventoso, forse per questo tanti adulti aspettano e riflettono sul mettere al mondo dei figli, che saranno poi giovani. Esistono milioni di pericoli a cui non possiamo sottrarli. La violenza è uno di questi. Ci sono paesi infatti, in cui i bambini nascono quasi per subire violenze da adulti eccitati principalmente dalla loro età, dalla loro innocenza». Così inizia il suo intervento, scritto quasi di getto il giorno prima. L’emozione e il dolore si mescolano dentro di lei.

«So che nei paesi molto poveri – spiega Cheyenne – i genitori addirittura vendono i propri figli, so che in alcuni paesi del mondo bambine molto giovani vengono date in spose a uomini molto più grandi di loro. Ma soprattutto so che in Italia, come in altri luoghi, rispettabili padri di famiglia e mariti esemplari cercano ogni giorno video pornografici che ritraggono ragazze minorenni, e so che quando pronunciavo solo le parole quattordici anni il mio lavoro era già quasi finito e per me era una grande vittoria. Quegli uomini amano derubarci della nostra innocenza, non sapendo che ce n’è rimasta davvero poca».


Come prevenire le situazioni di rischio, in particolare per bambini e giovani? E soprattutto quali strategie adottare per preparare la società ad un cambiamento socio-culturale e politico?
Le riflessioni nate e discusse all’interno del seminario sono state molteplici: dalla prevenzione delle cause del traffico umano, tra le quali la povertà e la conseguente emigrazione; alla necessità di stabilire forti relazioni di fiducia tra operatori, forze dell’ordine, istituzioni e vittime delle violenze; dalla lotta alla pedo-pornografia e alla pornografia in genere; all’importanza di formare i minori sui propri diritti giuridici; al riconoscimento delle vittime di tratta come persone in grado di utilizzare la loro esperienza come strumento di lotta contro di essa; alla conseguente importanza della riabilitazione della vittima all’interno della società.


Tra gli aspetti di rilievo discussi durante l’assemblea, merita certamente attenzione l’analisi dei fattori di rischio all’interno dell’ambiente scolastico, nel quale Cheyenne ha costruito un’ampia esperienza, che è stata oggetto anche del suo intervento: «Lavoro da circa tre anni con Iroko, portando nelle scuole superiori un progetto pensato e realizzato da me e dalla mia collega Chiara Carpita di Resistenza Femminista, al quale abbiamo dato il nome “Per tutte le violenze consumate su di lei” (n.d.r. frase che la tradizione letteraria attribuisce a un’opera di Shakespeare), in cui con un incontro al mese, affrontiamo vari argomenti tra cui violenza di genere, rispetto, pornografia, prostituzione, pedofilia, sessismo e maschilismo, ed attraverso questionari, discussioni, visioni di filmati ed ascolto di alcune canzoni, riflettiamo insieme ai ragazzi e cerchiamo di abbattere quel muro di omertà e menefreghismo, e forse anche di paura, che spesso alzano i giovani, che in realtà non sanno nulla del mondo che li circonda. Penso sia necessario incrementare questo impegno nelle scuole sui e con i giovani e, come ripeto da anni, il percorso deve cominciare già dalle classi elementari, con attività teatrali, scambio dei ruoli, per educare dei giovani che abbiano rispetto per ogni genere di essere umano e che a loro volta si applichino per cambiare la società in cui viviamo».


Cheyenne chiude le sue riflessioni così: «Collaborare con un’associazione come Iroko mi dà la possibilità di instillare in questi ragazzi quello spillo di giustizia e di empatia che ai giovani di oggi un po’ manca, per una varietà enorme di situazioni, ma soprattutto mi dà la possibilità di conoscere guerrieri e guerriere in ogni scuola, dietro ogni banco e/o cattedra, di cui la nostra causa ed il nostro mondo hanno estremo bisogno».
Un messaggio forte, positivo, di cambiamento, il suo, frutto di un’esperienza drammatica dalla quale Cheyenne è uscita vincente.
Per noi di Iroko, lei, come tante altre donne attiviste e sopravvissute alla prostituzione e ad esperienze simili di violenza, sono l’anello forte del nostro lavoro e anche del futuro della nostra società.

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